(ANSA) – ROMA, 25 NOV – DANIELA BARTOLUCCI-CARMELA PARZIALE, LA VIOLENZA SESSUALE TRA LE AVANCES E LE MOLESTIE (MUNARI CAVANI PUBLISHING, PP 110, EURO 18,00).

Le molestie sessuali non hanno un’autonoma rilevanza penale. Da una parte ci sono le avances, i corteggiamenti, gli approcci leciti e dall’altra la violenza sessuale. Le molestie sono in mezzo e a seconda dei casi vengono considerate più vicine alle avances o valutate come violenza sessuale di minor gravità. Insomma, un campo indefinito che non trova la giurisprudenza unanime. Ce lo mostrano chiaramente l’avvocato penalista del Foro di Venezia Carmela Parziale e il pubblico ministero Daniela Bartolucci nel libro ‘La violenza sessuale tra le avances e le molestie’, con la prefazione dell’avvocato del Foro di Milano, Jacopo Pansa, in cui hanno esaminato tanti casi “border”, di difficile inquadramento, della esperienza giudiziaria che affrontano casi di questo tipo nei settori più disparati, dal mondo del lavoro a quello dello spettacolo, dello sport, della scuola e anche nelle relazioni. Se a questo si aggiungono gli stereotipi con i quali le donne devono ancora fare i conti: “Lei se lo è cercata”, “poteva vestirsi in un altro modo”, vediamo come la vittima di violenza sessuale si trovi talvolta a non essere creduta, a dover affrontare enormi difficoltà, a doversi difendere anche da tutto questo. Emblematica in questo senso è la famosa “sentenza dei jeans” in cui lo stupro era diventato “consenziente” perchè la donna portava jeans troppo stretti per essere sfilati senza il suo consenso. Citata recentemente anche da Ferragni nel suo video sulla violenza contro le donne”, esaminato dalle autrici del volume. Parziale e Bartolucci fanno anche notare come alle volte si senta dire nei processi “la ragazza non si è opposta con tutte le sue forze; dunque non è stata stuprata” mentre la vittima “ha spesso un comportamento contro intuitivo. Di fronte alla violenza ti aspetti una reazione difensiva e invece in molti casi si resta paralizzati dalla paura, dalla sorpresa, dall’imbarazzo perchè non te lo aspetti”. Dopo la riforma del Codice Rosso del luglio 2019, “le richieste di aiuto sono raddoppiate e in questo periodo di lockdown sono ulteriormente aumentate perchè nella convivenza forzata le tensioni che sfociano in violenze sono ancora maggiori. E’ una situazione di allarme” dicono Parziale e Bartolucci che pur usando un linguaggio tecnico, che non può prescindere dai riferimenti processuali, approfondiscono nel libro, attraverso la valutazione di casi accuratamente selezionati, un problema drammatico facendoci capire che lo scoglio più grande è quello culturale. Dalla nozione di atti sessuali al Bacio e violenza sessuale, dalla difficoltà di tipizzazione normativa della condotta alla valutazione della credibilità della persona offesa in fase cautelare, si arriva fino al Revenge porn con riflessioni sul delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Ed è recente il caso della maestra d’asilo di un comune torinese, licenziata dopo un video privato con scene di sesso diffuso in chat dal calciatore dilettante con cui aveva avuto una breve storia. “Ci auguriamo che ci sia sempre maggiore sensibilità e attenzione verso questo problema. Che le donne che si trovano in queste situazioni le denuncino e segnalino perchè ricevono tutela e che si agisca a livello preventivo per evitare che succedano, lavorando con le istituzioni a livello di formazione. E’ un problema di genere” dicono Parziale e Bartolucci. (ANSA).